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Il referendum per l'indipendenza della Scozia

Terza parte

Nelle prime due puntate ho presentato gli schieramenti in campo (prima parte) e le strategie e paure (seconda parte). Vi racconto adesso perche` auspico al simpatico popolo scozzese una piena indipendenza.

Gran parte delle mie argomentazioni coincidono con con quelle in un paio di articoli di fondo di un opinionista del Guardian, e nostro coetaneo, George Monbiot: primo articolo e secondo.

Ma fondamentalmente:

  1. Tradizione: La Scozia e` sempre stata un pilastro dell'identita` nobile del regno, basti pensare ai pionieri della rivoluzione industriale dell' 800 e ai moltissimi filosofi, scrittori e scienziati che vengono identificati in tutto il mondo con il pensiero pragmatico ed empirista d'oltre Manica. Pur tuttavia, soprattutto dopo il ciclone Margaret Thachter, viene mal rappresentata e politicamente emarginata dalla casta di Westminster.
  2. Societa`: Di fronte ai dogmi neo-cons che hanno caratterizzato la politica UK, sia Tory che Labour, dalla Thatcher in poi (vedi privatizzazioni selvagge, lobbismo sfrenato delle multinazionali, appiattimento totale agli interessi americani), la Scozia ha spesso mantenuto una posizione autonoma. Questo si e` evidenziato in pratica dopo aver raggiunto una parziale devoluzione amministrativa negli ultimi dieci anni. In particolare sia nella sanita` che nell' educazione, la Scozia ha regolamentato le sue istituzioni locali in chiave decisamente piu' socialdemocratica. Le prestigiose universita` scozzesi non hanno moltiplicato le rette di ingresso come e` successo in Inghilterra e la posizione dei leader scozzesi in favore a un servizio sanitario pubblico e` sempre stata chiara.
  3. Monarchia: In un recente sondaggio la casa reale ha il supporto di oltre il 75% degli inglesi, ma di meno del 50% degli scozzesi. Anche se la monarchia rimanesse in Scozia nel caso della vittoria del fronte independista, molti prevedono un futuro referendum per un Scozia repubblicana. Un altro motivo per auspicare un sucesso del Si all' indipendenza.
  4. Costituzione: Il manifesto per il Si propone, nel caso di vittoria, la formazione immediata di una assemblea costituente, per ottenere una costituzione scritta, a differenza dalla legislatura inglese basata solo sulla casistica. La mancanza di una costituzione britannica e`, a mio avviso, la causa di molte ingiustizie e di una casta giuridica fortemente influenzata dall' esecutivo.
  5. Europa: I leader separatisti (SNP) si sono pronunciati spesso a favore di una piu' stretta integrazione in Europa, e in tempi passati hanno auspicato anche l' immediata adozione dell' euro. E` stata, a mio parere, pura miopia della leadership europea non offrire alla Scozia ponti d'oro per un accesso rapido. Probabilmente supportare la Scozia in questa maniera avrebbe da un lato compromesso definitivamente le relazioni con la sempre piu' euro-scettica GB, dall' altro favorito i movimenti separatisti in Europa: i fiamminghi in Belgio e i cataloni in Spagna.
  6. Immigrazione: In contro-tendenza ancora rispetto all' attuale atteggiamento inglese al riguardo, la Scozia favorisce un influsso netto di immigrazione, anche per integrare una popolazione di soli 5 milioni e per ricoprire lacune nel mercato del lavoro. Inoltre la Scozie consente ai residenti europei il voto in questo referendum e apparentemente anche in elezioni politiche (non sono sicuro di cio').
  7. Politica estera:  Il manifesto indipendista ha una chiara posizione anti-interventista e mirata allo smantellamento delle installazioni nucleari militari e alla formazione di un esercito locale.

A queste mie argomentazione razionali per l'indipendenza della Scozia va aggiunta la mia profonda simpatia per la gente che ho incontrato durante la mia permanenza ad Ediburgo nel lontano 1998.

 



Avatar: Giorgio Bolla

Re: Il referendum per l'indipendenza della Scozia

Le argomentazioni di Gualtiero sono chiare e molte sono condivisibili. Desidero quindi osservare la questione del referendum scozzese da un punto di vista diverso, ossia dall'Italia e secondo la semplice logica dell'utilità, notoriamente applicata in economia: al ns paese è maggiormente utile una Scozia stato indipendente o no?

Affermo subito che non dispongo di una risposta univoca e semplice. Pongo solo due riflessioni:

a) l'Italia, per essere aiutata nell'uscire dalla crisi, necessita che il resto del mondo presenti un tasso di crescita discretamente alto, dato il peso decisivo che le esportazioni hanno sul Pil italiano. L'indipendenza della Scozia avrà un impatto positivo sul Pil globale? Non lo so con certezza, ma temo che l'impatto sarà negativo sulla crescita inglese, attualmente una delle aree economiche più brillanti all'interno della Ue.

b) l'attesa radicalizzazione anti-Ue di quel che resterà dello U.K. post-indipendenza scozzese, e la conseguente attesa uscita dalla Unione, potrebbe avere effeti positivi sul Pil europeo e quindi italiano? Dubito. Inoltre, la presenza dello U.K. nella Ue ha sempre rappresentato un contrappeso all'asse franco-tedesco; in assenza di ciò, il peso degli interessi tedeschi in una Ue di fatto solo continentale assumerebbe una super-predominanza, con tutte le conseguenze del caso.

Noto, senza giudicarle, che dopo l'epoca delle forze centripete che hanno determinato e guidato il processo di integrrazione europea, ora sono in atto non trascurabili forze centrifughe, che tendono ad effetti disgregatori. Mi domando, sempre in una logica utilitaristica, se ciò determinerà un bilancio netto di vantaggi o di svantaggi, dato che nessun fenomeno storico è di per sè privo degli uni e degli altri.

Giorgio


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